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Corsi di formazione

Informazioni corso 

Titolo
PERCORSO AUTISMO - INTERVENTO FONIATRICO INTEGRATO PER IL BAMBINO CON AUTISMO
Dove
Istituto di Istruzione Superiore Lorenzo Gigli - Rovato
Categoria
Corsi di formazione

Descrizione

INTERVENTO FONIATRICO INTEGRATO

PER IL BAMBINO CON AUTISMO

Massimo Borghese

Foniatra


L’autismo è una “condizione medica”, non un semplice disturbo mentale, ed è caratterizzato da una serie di disabilità riferibili a tutti e quattro i versanti (percettivo, cognitivo-integrativo, emotivo-relazionale-comportamentale, motorio-prassico-espressivo) del profilo comunicativo di un individuo, piuttosto che alla sola sfera psicologica.

Questo è uno dei capisaldi ai quali ispiro il mio lavoro di diagnosi e terapia nell’ambito della sindrome autistica che considero, appunto, come una malattia del corpo, avente un’origine multifattoriale, differente se non da caso a caso, da gruppi di casi a gruppi di casi, coinvolgente diversi sistemi ed apparati, i più noti (ma forse non unici) dei quali, attualmente risultano essere il sistema nervoso, l’apparato digerente, i sistemi immunitario ed endocrino.

Una ancora numerosa parte dei ricercatori non vede questa sindrome in un’ottica medica, ma continua ad interpretarla secondo una visione psicodinamica, limitando di conseguenza le possibilità di intervento rimediativo nei confronti di una patologia la cui sempre più evidente complessità patogenetica e clinica richiederebbe provvedimenti terapeutici altrettanto diversificati e articolati.

Ribaditi i caratteri distintivi dell’autismo, identificabili in un esordio dei sintomi entro i trenta mesi di vita, nella mancanza di apertura comunicativa e di contatto con altre persone, nella tendenza all’isolamento, nell’assenza o nelle forti distorsioni delle abilità linguistiche, nella presenza di stereotipie e, talvolta, di auto- e/o etero- aggressività, ricordiamo anche che attualmente sono descrivibili due diverse modalità di esordio della sintomatologia autistica: quella che prevede un bambino che sin dai primi mesi di vita si mostra isolato nei confronti del mondo che lo circonda, e quella in cui il bambino, dopo 15-20 mesi di sviluppo relazionale, comunicativo e verbale normale, inizia a regredire, cominciando ad isolarsi, a rifiutare il contatto con gli altri, e a perdere le acquisizioni verbali già raggiunte. Questa seconda forma viene solitamente definita “autismo regressivo”, termine che non condivido, in quanto non è (purtroppo) regressivo l’autismo, bensì lo sviluppo comunicativo, relazionale e verbale del bambino.

Quale che sia la tipologia di insorgenza della malattia, si può affermare che la sintomatologia più eclatante e quella per la quale viene richiesto -a giusta ragione- l’intervento abilitativo di maggior interesse, è la mancanza di linguaggio. L’esperienza maturata in venticinque anni di attività nel settore, nonché rilievi di altri operatori che hanno confermato quanto intendo affermare, mi autorizzano a ritenere che le possibilità di acquisizione di abilità espressive linguistiche verbali da parte di un soggetto con autismo, non necessariamente richiedono il preventivo raggiungimento di altre capacità quali quelle attentive, cognitive, relazionali, prima di dare avvio ad una terapia che miri a lavorare con la verbalità, sulla verbalità e per la verbalità. Lo confermano direttamente e indirettamente i risultati che soprattutto in termini di tempo di acquisizione di determinate abilità, hanno dimostrato l’inutilità della pretesa di propedeuticità di altri trattamenti prima di lavorare sul linguaggio.
Dunque, non esiste un “presto” per iniziare ad operare in modalità foniatrico-logopedica su un bambino che non parla, anche se inquadrato nello spettro autistico. Nel contempo non intendo affatto minimizzare l’importanza e l’opportunità di un lavoro “a tutto campo” sui diversi aspetti del profilo comunicativo (aree percettiva, cognitiva, relazionale, e motoria), ma tengo anche a sottolineare che tale intervento non debba essere visto come una sequenza temporale di tappe successive, bensì come una realizzazione “simultanea” di momenti abilitativi-riabilitativi, nessuno dei quali da considerarsi preparatorio rispetto agli altri. Ne consegue il concepimento di un modello di terapia che potremmo definire “foniatrica-allargata”, o “foniatrica permeata di altre afferenze” provenienti da quelle discipline ugualmente operanti nella riabilitazione del soggetto autistico, ma a loro volta non comprendenti specificità di competenze linguistiche ed in grado di agire sul linguaggio verbale.

A sostegno ulteriore di questa visione di intervento integrato nell’autismo, si può evocare il riscontro di una notevole disomogeneità di quadri clinici nelle diverse manifestazioni di tale patologia, prevalendo, infatti, ora un certo tipo di sintomi, ora altre forme.

Sarebbe pertanto il caso di parlare di “autismi” piuttosto che di autismo, dal momento che in pratica

accade di trovarci di fronte a quadri clinici a prevalente componente rispettivamente: comportamentale, dispercettiva, disprassica, cognitivo-carenziale.

Se da un lato è dunque necessario preoccuparsi ed occuparsi di intervenire precocemente e con competenza sul linguaggio verbale, dall’altro si rende opportuno realizzare un lavoro a tutto campo, “a 360 gradi”, su tutti gli aspetti del profilo comunicativo, indipendentemente dalla prevalenza dei deficit di uno o di un altro di tali aspetti, dal momento che nella sindrome autistica c’è sempre una compromissione multipla e variata, di differenti abilità.

La diversità e molteplicità di competenze professionali che reputo opportuno coinvolgere in un approccio multidisciplinare per il trattamento della sindrome autistica, deve però avere un requisito comune a tutte le componenti chiamate in causa: la capacità di operare ai fini del raggiungimento del linguaggio verbale, con un bagaglio di conoscenze che sia superiore a quello che attualmente le diverse scuole di formazione offrono ai vari laureati nelle discipline che indirizzano verso il mondo della riabilitazione.

Questa considerazione fa da presupposto ad uno degli aspetti principali delle modalità preparatorie alle nostre strategie di intervento terapeutico nell’autismo, ossia la formazione specifica e mirata del personale da impegnare nella realizzazione dei protocolli abilitativi. Da più di dieci anni realizzo corsi di formazione-aggiornamento permanente per logopedisti, psicomotricisti, pedagogisti, psicologi, insegnanti di base, insegnanti di sostegno, ed altri operatori della riabilitazione, tutti accomunati nella partecipazione ad un percorso didattico teorico e pratico finalizzato all’esposizione, alla ridefinizione continua, all’aggiornamento costante, di quei protocolli necessari per lavorare ai fini dell’abilitazione-riabilitazione di un soggetto autistico, nelle nostre sedi di terapia, e simultaneamente in famiglia e a scuola.

Le attuali caratteristiche dell’ Intervento Foniatrico Integrato per l’autismo, sono pertanto identificabili e riassumibili nei seguenti punti:

Iter diagnostico-terapeutico:

- Visita foniatrica

- Terapia abilitativa-riabilitativa “a 360 gradi”

- Eventuali provvedimenti alimentari e biomedici con integratori

- Controlli foniatrici longitudinali

- Figura medica di riferimento: Foniatra.

- Operatori: Logopedisti. Psicomotricisti. Psicologi. Educatori. Insegnanti. Insegnanti di sostegno. Tutti lavorano nella stessa direzione e con le stesse modalità, ma ciascuno secondo le proprie 
matrici formative e culturali.

- Formazione specifica: incontri di formazione di base per due anni, più tirocinio pratico presso le nostre sedi.

- Necessità di aggiornamento continuo.

- Rapporto libero-professionale sempre soggetto a revisione.

- Rotazione degli operatori nelle diverse sedi lavorative.

- Partecipazione attiva delle famiglie.

- Rapporti con le scuole.

- Aggiornamenti-monitoraggi continui attraverso riunioni periodiche nelle diverse sedi.

Obiettivi dell’intervento abilitativo-riabilitativo per il bambino con autismo:

- Uscita dall’isolamento

- Raggiungimento di comportamenti sociali adeguati

- Estinzione-riduzione delle stereotipie

- Conquista delle autonomie

- Raggiungimento della verbalità (in senso creativo)

- Raggiungimento delle capacità di lettoscrittura

- Inserimento scolastico nella scuola di tutti

- Inserimento lavorativo


L’Intervento Foniatrico Integrato:

- Deve essere il più precoce possibile

- Punta alla verbalità al pari delle altre abilità, senza considerarle come presupposto per iniziare a lavorare per il linguaggio

- Deve essere effettuato da terapisti opportunamente formati

- Richiede l’attiva partecipazione della famiglia dell’autistico

Luogo

Istituto di Istruzione Superiore Lorenzo GigliMappa
Luogo
Istituto di Istruzione Superiore Lorenzo Gigli - Sito Internet
Via
via Europa, 2
CAP
25038
Città
Rovato
Country
Country: it

Descrizione

Istituto di Istruzione Superiore "Lorenzo Gigli"

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